Amoris Laetitia

Un percorso fatto di discernimento e condivisione

di don Luigi Savoldelli
“I Sacramenti (della Riconciliazione e dell’Eucaristia) non sono l’obiettivo, che è invece il cammino di fede, nel quale i Sacramenti sono un aiuto”. Questa una delle affermazioni centrali di don Eugenio Zanetti, sacerdote bergamasco da anni impegnato nell’accompagnamento di fedeli in situazione di separazione, divorzio e nuova unione, nel suo incontro di mercoledì 23 maggio con un gruppo di sacerdoti della nostra diocesi. Organizzato dall’Ufficio per la pastorale della famiglia, l’appuntamento volevo creare un’occasione di confronto e di dibattito per progettare un cammino condiviso in riferimento alla Nota pastorale del nostro Vescovo (14 febbraio di quest’anno) per l’attuazione del capitolo VIII di “Amoris Laetitia”: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. In particolare, nei numeri 26 e 27, monsignor Cantoni chiede che sia costituito un “servizio diocesano” per le situazioni di fragilità familiare, esortando in più passaggi del testo a impostare cammini di discernimento personale e pastorale. Aiutati anche dalla testimonianza diretta del diacono permanente Oliviero, che accompagnava don Eugenio e che da anni collabora alle diverse iniziative diocesane, molti sono stati gli spunti della conversazione. Si è ribadito che si tratta di proporre un percorso, con una irrinunciabile dimensione individuale (nel discernimento della personale situazione con l’aiuto di un pastore della chiesa, ma anche di religiosi/e e laici preparati), ma anche con un essenziale aspetto comunitario. Il gruppo non è certo per creare un “ghetto”, ma vuole rispettare la concreta faticosa situazione delle persone coinvolte e può diventare un’occasione per un primo ascolto, per momenti di preghiera, di formazione e di apprendimento. Questo sottolinea in modo evidente l’indole ecclesiale di questi percorsi, nelle diverse articolazioni della diocesi, del vicariato e della parrocchia. Di fronte alla tentazione di far spegnere le prospettive suggerite da “Amoris Laetitia”, chiudendo ogni apertura, o continuando al contrario, con una “creatività” personale senza riferimenti comunitari, è importante ripensare la vita stessa della comunità, sempre più basata su percorsi di fede che tengano presente le concrete situazioni dei fedeli. E oggi sono davvero tante le persone che vivono queste realtà familiari e che incontrano le proposte della comunità cristiana. Basti pensare, ad esempio, ai figli di divorziati in nuova unione che seguono i diversi percorsi di catechesi: a livello della regione ecclesiastica lombarda sono in via di sperimentazione delle schede catechistiche per aiutare i bambini che incontrano temi specifici come “paternità”, “fratellanza”, ecc… E’ importante l’informazione diffusa su quanto viene proposto dalla diocesi e dalle diverse esperienze ecclesiali, anche perché molti che hanno iniziato una nuova unione, ritrovando un certo equilibrio affettivo, fanno fatica a ritornare su temi che li hanno feriti e magari allontanati dal cammino di fede. Senza dimenticare la generale secolarizzazione, per cui per molte persone la proposta di fede non è più significativa per arricchire il cammino della vita. Ma proprio la fragilità, nelle sue diverse forme, può diventare occasione preziosa per sperimentare la potenza della misericordia di Dio che ci viene sempre incontro.
Don Eugenio ed Oliviero hanno poi raccontato il cammino ormai ventennale proposto dalla diocesi di Bergamo, con le diverse iniziative di formazione, preghiera, accompagnamento. Utili spunti per una creativa riflessione anche nella nostra diocesi. Un primo passo, questo incontro “clericale”. Altri momenti di formazione saranno necessari anche per i laici, chiamati a “farsi prossimo” di chi vive queste situazioni, insieme ai sacerdoti che, sul modello del “buon pastore”, vanno in cerca di chi, magari senza saperto, attende la misericordia del Signore.